Dedicato al Cep - L'ultimo Natale. Per sempre

« Older   Newer »
  Share  
Stellin@_18
view post Posted on 5/10/2007, 17:22




Sono ormai due mesi che sono costretta in questo letto. La tanto agognata morte sta per sopraggiungere, questo lo so. E mi sento colpevole per averla desiderata e per desiderarla ancora. Perché dopo quasi quindici anni in un modo o nell’altro mi ricongiungerò a Fabrizio, a mio marito, al padre dei miei figli.
La penombra della mia stanza da letto m’incute una strana sensazione… sono le sette del mattino e lo so perché è arrivata Bianca a cacciare mio figlio Martino che ha trascorso la notte accanto a me.
È tornato dalla Francia… quanto l’ho fatto preoccupare! Non vorrei essere di peso, a lui come a altri. E pensare che prima ero io quella che si preoccupava delle persone povere, dei bisognosi, della gente di Rivombrosa. Andavo in giro con Margherita e le altre sorelle ad aiutare i malati di tubercolosi, una malattia infida, che ti svuota pian piano, rendendoti sempre più piccolo, sempre più gracile.
Ed è la stessa malattia che mi sta lentamente consumando e so che, dopo aver combattuto e vinto fieramente tante battaglie nella mia vita, questo è il momento di deporre le armi e di arrendermi. Oddio, mi sto paragonando a un soldato come fece Fabrizio tanti anni fa.
Lui è sempre presente nei miei pensieri, anche se ormai il suo ricordo non mi fa più male come una volta. Ora so che lui mi sta aspettando. Tutti i momenti, tristi o felici, trascorsi con lui sono stati il mio tesoro, la cosa più preziosa che potessi mai custodire. Sono trascritti nei miei diari che spero, un giorno, saranno letti da Agnese.
Qualcosa mi distrae. Sento arrivare una fitta di dolore, alla quale segue immediatamente un colpo di tosse. Ed è quel colpo di tosse che fa più male… sento i miei polmoni scavarsi lentamente e dolorosamente.
Una mano mi sostiene con fermezza e qualcuno apre le tende. Respiro e vedo Martino, il mio ragazzo.
Ha il viso stanco e preoccupato. È cambiato tanto in questi anni. E’ diventato diffidente e ostile quasi a tutti, fa eccezione solo per me, Agnese e Bianca. E per Emilia naturalmente. C’è stato un periodo in cui lui la guardava come mi guardava un tempo Fabrizio, con occhi innamorati. O forse era solo una mia impressione... Da quando Victor si è trasferito a Lione, abbandonando anche lui per causa mia, il “vecchio” Martino non c’è più… Adesso c’è un uomo segnato, ferito e scontroso. Il senso del dovere ereditato da suo padre lo ha spinto a occuparsi personalmente di Rivombrosa, ad anteporla a tutto e a rinunciare anche ai suoi sogni. Forse crede di dover essere all’altezza di suo padre… ed è per questo che è così orgoglioso, così testardo, proprio come lui.
Adesso mi fa una lieve carezza e mi dà un bacio sulla fronte. Ho la febbre e molto alta e sono grave: lo sento dal modo in cui lui freme preoccupato. Appoggio la mia testa sul suo torace e gli stringo debolmente una mano mentre lui mi scompiglia i capelli.
Rimaniamo stretti così per non so quanti minuti, senza dirci nulla. Si sentono dei passi leggeri ma frettolosi rimbombare nel silenzio della casa e la porta si spalanca.
Mia figlia Agnese appare sulla porta, avvolta nella sua vestaglia rosa e tutta tremolante. Si avvicina al letto leggermente e poi mi getta le braccia al collo.
“Oh mammina! Ho avuto tanta paura di non trovarti più!” con una mano le accarezzo i capelli biondi riccioluti.
“Sta tranquilla, tesoro. Io sono qui” le dico in un soffio ma so di non averla convinta.
Intercetto uno sguardo tra lei e Martino. Indecifrabile. In un abito verde appare Emilia, alla quale ho fatto da madre per più di un anno, da quando la mia adorata Anna è morta lasciandoci tutti, specie Antonio ed Emilia, in un dolore indescrivibile. Era a raccogliere fiori nel bosco quando una vipera l’ha morsa e nonostante la tempestività di Antonio nel soccorrerla non c’è stato nulla da fare.
Bianca mi guarda dai piedi del letto con una tristezza immane poi entrambe veniamo distratte da Giannina e da Antonio che sopraggiungono.
Antonio viene ogni mattina a visitarmi e ormai per me è come un libro aperto. So che anche se mi dice che le situazioni sono stazionarie in realtà sta mentendo prima a se stesso e poi a me.
Sussurro piano “Buongiorno” e sorrido. Ma il nastrino rosso legato al polso di Giannina mi ricorda una triste verità. È Natale!
“Fabrizio!”
Senza rendermene conto l’ho quasi urlato con del fiato che non credevo avere in corpo. “Mamma cosa c’è?” Agnese guarda preoccupata me e poi Martino.
“Devo andare da lui! Da Fabrizio”. Qualcosa dentro di me si agita e mi turba profondamente. È Natale. Devo andare alla sua tomba e poi al capanno. L’ho giurato a me stessa che l’avrei fatto sempre finché sarei stata in vita.
Noto che tutti nella stanza si scambiano sguardi preoccupati.
“Devo…” guardo implorante Antonio. Lui sospira e con pazienza cerca le parole da dirmi. “Elisa, sei troppo debole. Ci andrai quando ti rimetterai!”.
“No! Devo andarci ora!” Mi volto verso Martino e mi aggrappo alla sua camicia “Portami tu lì, te ne prego!”
Martino tace per alcuni istanti e poi rivolgendosi a me, quasi fossi una bambina, dice fermamente: “Sei troppo debole per andarci adesso. Ti recherai lì quando ti sarai rimessa”.
La mia pazienza è ormai andata persa e così stringo la camicia di Martino, dicendo decisa “Ti supplico, Martino” sentii la voce pian piano morirmi in gola “Lo sai anche tu…”.
Martino abbassa lo sguardo quasi mortificato mentre Emilia e Agnese sono abbracciate e gli altri mi guardano come se fossi pazza.
“Elisa, potresti peggiorare…”. Antonio cerca ancora di persuadermi ma non ha capito di trovarsi contro un muro. Io scuoto il capo e ciò mi procura un forte mal di testa ma non mi importa.
“Se non volete aiutarmi, andrò da sola…”
Agnese si stringe più forte a Emilia e la sento tirare su con il naso. Antonio mi viene vicino e mi prende la mano e con sguardo supplicante mi prega di non fare follie.
“Devo, Antonio. Devo!”
Sposto piano le lenzuola e mi muovo difficilmente. Con grande sforzo poggio i piedi a terra e mi alzo in piedi. Ho la sensazione di farcela ma all’improvviso sembra che la stanza mi giri intorno e la vista mi si annebbia. L’ultima cosa che sento è l’urlo disperato di Agnese e le braccia di Martino che mi afferrano prontamente.



Un bisbiglio giunge piano alle mie orecchie. Poco dopo con grande fatica apro gli occhi e vedo Emilia che invita sottovoce al silenzio Bianca e Giannina che, come al solito, staranno discutendo per qualcosa di totalmente banale come dove collocare la pastorella di porcellana.
“Hanno lasciato te, allora…” osservo ironicamente con quel fil di voce rimanente.
Emilia sorride e mi stringe la mano. C’è sempre stata, tra me ed Emilia, una complicità particolare… forse lei è l’unica persona ad avermi sempre capito…
“Emilia, tu devi promettermi una cosa!”
“C-che cosa?” mi chiede titubante.
“E’ una promessa che, prima di te, ho fatto io quando Anna è… è morta”
Una fitta di dolore mi costringe a fermarmi per un po’. Sento Emilia che mi stringe la mano un po’. Chiudo gli occhi per un attimo e poi tutto in un soffio le dico tutto.
“Promettimi che proteggerai Agnese… è ancora piccola e tu per lei sei importante e sei l’unica alla quale posso chiederlo. E… attenta a Martino!”
Emilia piange silenziosamente e mi sussurra “Te lo prometto, Elisa. Darò ad Agnese e Martino tutto l’amore che c’è”.
“Non dovresti essere qui… dovreste uscire… o cantare canzoni di Natale…” le dico piano.
“Il Natale in questa casa è un giorno maledetto… lo sai bene…” mi dice lei “E poi… non lo abbiamo mai fatto da… da quel Natale… perché cominciare adesso?”
Non le rispondo. È così sveglia Emilia. Ne sono fiera come lo sarebbe Anna.
“Elisa…” il tono è incerto ma il solo fatto che mi chiami per nome mi dice che si sta rivolgendo all’Elisa donna e non a sua zia.
“Dimmi, tesoro” le dico io rassicurante.
“Perché hai rinunciato a Cristiano?” chiede timidamente.
“Anni fa ho dovuto scegliere. Andare via con lui avrebbe comportato lasciare Rivombrosa e staccarmi definitivamente da Fabrizio. E non ce l’ho fatta… e nel momento in cui io mi sono resa conto di non poter prendere una decisione perché… perché non c’era nemmeno una decisione da prendere… non volevo lasciare casa mia, la mia gente, la mia famiglia… e non potevo vivere qui con Cristiano…. il grande amore arriva una sola volta nella vita, Emilia…e io l’ho vissuto per un uomo straordinario che mi è stato portato via troppo presto. Non sai quante volte ho desiderato di…” deglutisco, purtroppo per quanto ci provi, parlare mi procura un grande sforzo. Sento le lacrime scendermi lungo il viso e continuo “… non sai quante volte ho desiderato di morire, Emilia. Ma sapevo che non me l’avrebbe mai perdonato e… che Agnese, Martino e Rivombrosa avevano ancora bisogno di me… anche se adesso…”
“Ti prego, zia Elisa, non dire niente…”
Io annuisco e la vedo mentre cerca di trattenere le lacrime. Dei passi leggeri preannunciano l’arrivo di Agnese. Nel suo abito azzurro si appoggia alla porta aprendosi in un sorriso timido e si siede dall’altro lato del letto. E’ un po’ pallida e, quando mi prende la mano, avverto la sua pelle gelida.
“Agnese ma… che hai fatto? Come mai sei così fredda?” le chiedo leggermente preoccupata.
Emilia mi lascia la mano e dice “Torno tra poco…”
“Ho fatto una cosa… ma sono sicura che ti arrabbierai…sono uscita… a cavallo…”
“E dove sei andata?”
“Sono andata da papà… anche se so che sicuramente avrai chiesto a Emilia di portare dei fiori glieli ho portati anche io…”
“Hai preso freddo…ma hai fatto bene” Quella rivelazione mi ha così spiazzato che non riesco a dire altro. Sospettavo che l’avrebbe fatto ma non a Natale. All’improvviso mi manca il respiro e sento giungere un colpo di tosse. Agnese chiama a gran voce Antonio, Martino, Emilia, Bianca e gli altri.
Sento arrivare di corsa Antonio a sostenermi e spero che la tosse con quel colpo sia finita.
Ma invece no…
Ancora un altro, un altro e un altro.
“Mamma!” vedo la sagoma di Agnese stringersi a Martino e Emilia appoggiarsi al braccio del cugino. Poi mi giro verso Antonio e scuoto la testa. E noto sul suo volto una smorfia di grande dolore. Mi adagia piano sul cuscino e mi posa un bacio sulla fronte.
Qualcuno mi prende la mano e dal tocco riconosco Agnese mentre Martino mi porte una carezza.
Provo a spalancare un po’ gli occhi e sento finalmente le loro mani sulla mia.
Agnese è seduta sulle gambe di Martino e in quel momento mi appare così piccola… dietro scorgo Emilia appoggiata al letto. Percepisco i singhiozzi di Bianca e Giannina e vorrei avere la forza per dire loro qualcosa di più.
Martino ed Agnese stringono più forte la mia mano mentre io guardandoli un’ultima volta sorrido e gli dico solo “Vi vorrò sempre bene, bambini miei”. E chiudendo gli occhi, oltre l’urlo disperato di Agnese, sento i rintocchi delle campane natalizie.

Li riapro poco dopo. Mi trovo ancora nella mia camera da letto ma ho il vestito rosso, quello che mi regalò Fabrizio tanti anni prima, e al collo ho il ciondolo della Contessa Agnese. Mi volto verso il posto in cui prima erano seduti Agnese e Martino insieme ad Emilia ma loro non sono lì. C’è un uomo che mi sorride. Un uomo dagli occhi azzurri e dal sorriso da canaglia. Un sorriso che non vedo da circa quindici anni. Lo fisso un po’ spaventata ma non appena la sua mano si poggia sul mio viso per una carezza dolcissima, chiudo gli occhi e capisco.
“Amore…” gli sorrido e lui mi circonda in un abbraccio colmo d’amore. E poi mi bacia con dolcezza e passione allo stesso tempo. Poi mi prende il viso tra le mani e, sorridendo, mi guarda.
Restiamo minuti interi a guardarci, restando sospesi in quello sguardo. Poi io appoggio la testa sul suo petto e, mentre lui mi stringe in un abbraccio, chiedo “Stavolta è per sempre, vero?”.
“Si, Elisa. È per sempre”. E Fabrizio mi bacia di nuovo e io per la prima volta da tanti anni mi sento perfettamente felice e sussurro: “Adesso nessuno potrà separarci. È proprio per sempre”.

 
Top
ceppino_theangel
view post Posted on 6/10/2007, 13:01




Grazie per la dedica! Wow quanto onore :) Hai una carriera da story editor davanti,pensaci seriamente :)
 
Top
Stellin@_18
view post Posted on 7/10/2007, 08:56




eeeh... per ora finisco il liceo... poi vedremo cep..
 
Top
queen mary74
view post Posted on 12/10/2007, 19:52




BELLISSIMO TI REGALO UNO SFONDO

image

Edited by the_thunder - 14/10/2007, 17:11
 
Top
3 replies since 5/10/2007, 17:22   281 views
  Share