Mi butto nella vita... ma accidenti alla pigrizia

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Stellina_18
view post Posted on 5/7/2007, 17:44




Il ciclone "Elisa di Rivombrosa", gli ha lasciato un'enorme popolarità e l'amore per Vittoria Puccini, balzato dalla sceneggiatura alla vita vera.

È difficile conciliare il mestiere di attore con quello di padre a 34 anni?
I miei figli vivono in posti separati - Elena, nata da Vittoria, sta a Roma, invece Andrea, che ha 11 anni, vive con la mamma Rossella Zito a Salerno - e sono un po' sbattuto da una parte e dall'altra. Ma appena finisco di lavorare corro dai miei bambini, dovunque mi trovi. Ad esempio, ieri ero sul set e oggi sto portando mio figlio Andrea a fare una gita a Capri.

Qual è il segreto per reggere una vita così frenetica?
Mi butto sempre nelle scelte della vita. I miei figli sono ancora piccoli e quando li vedo la sera è come iniziare una nuova giornata, ma va bene così: mi danno una tale iniezione di gioia! E poi con loro non importa che sia stanco, quando siamo insieme quello che scatta, scatta.

Si stancherà parecchio…
A volte sono distrutto ma per fortuna faccio un lavoro che richiede anche una certa instabilità emotiva.

Il set la tiene lontano da loro?
Sì, capita spesso. Proprio per questo ci tengo che il mio lavoro abbia un senso, un obiettivo. Il tempo che non dedico ai miei figli deve essere impiegato al meglio.

Teatro, cinema e televisione: dove si trova meglio?
Dappertutto. Oggi la produzione spinge anche i registi televisivi a girare film di livello cinematografico. I tempi del grande schermo richiedono però molta maturità e applicazione. Bisogna sapere alla perfezione cosa si vuole da quella scena.

Dopo due film per il cinema, "La masseria delle allodole" dei Taviani e "I Viceré" di Faenza, sentiva la mancanza della tv?
A volte l'ho rimpianta perché il progetto televisivo è più centrato sui protagonisti. Ad esempio, sono presente in 144 su 150 scene della fiction che sto girando per la Rai, "Il commissario De Luca", tratta dai romanzi di Carlo Lucarelli. Vuol dire che c'è grande fiducia in me. La sensibilità dell'attore e la sua capacità di espressione, in tv, sono chiamate in causa continuamente.

È per questo che il pubblico si affeziona tanto ai personaggi della fiction?
Certo, e non dipende direttamente dalla televisione: non è così diabolica da imporsi sui gusti della gente. Lo spettatore fa suo quello che vuole, ha bisogno di trovare facce e storie familiari.

Cosa l'è rimasto del Conte Ristori di "Elisa di Rivombrosa" a due anni di distanza?
Oltre al successo, la mia dignità come attore. Ho dato vita a un personaggio che, via via, si è liberato del suo lato puramente romantico e popolare per far rimanere l'interprete. Me lo dimostra l'apprezzamento di chi viene a vedermi a teatro.

Quindi "Elisa" ha cambiato la sua vita?
Beh, è innegabile: come attore mi ha regalato una grandissima possibilità.

Lei e Vittoria Puccini siete una coppia di attori, le piacerebbe dividere il set con la sua compagna?
Mi piacerebbe produrre qualcosa interpretato da Vittoria. È una curiosità, non un'esigenza. È il desiderio impulsivo di due persone che si amano molto e quindi vorrebbero darsi il meglio.

È un bell'atto d'amore…
Lo farei solo in quest'ottica, mai con un fine economico o di autopromozione.

C'è qualcosa che sognava da bambino e non ha realizzato?
Da piccolo ho sempre avuto il bisogno di pensare a grandi conquiste.

C'è riuscito?
Ancora adesso mi capita di pensarci ma quello che mi manca è la costanza.

Rammarichi?
Per raggiungere grandi risultati bisogna accettare grandi rinunce, e io non ne sono capace. Un po' dipende pure dalla pigrizia che ti prende quando le cose vanno bene. Ad esempio, ho delle idee di regia, ma conserverò il debutto per quando mi sentirò davvero pronto.

Se avesse carta bianca, quale sogno professionale realizzerebbe?
Mi piacerebbe fare un film in Cina. Attraverso l'arte, vorrei mostrare alla cultura orientale quanto sono oggettivi e universali i valori cristiani e come possono essere condivisi con quelli di altre religioni.

Ha già in mente un soggetto?
Punterei sulla storia di una donna cinese, sfruttando certamente la bellezza geografica di quella terra.

La fede è molto importante per lei?
Non mi definirei credente praticante, ma credo nei valori cristiani della famiglia e del rispetto. Penso che la religione possa davvero essere un sostegno nei momenti di difficoltà.

Basta questo?
Credo anche che il destino sarà buono per chi conduce una vita di valori. Di fondo resto un umanista: credo soprattutto nell'uomo e nelle sue capacità di affrontare le avventure della vita.
 
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