andare a firmare per referendum sulla legge elettorale, per migliorare sistema elettivo

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grandaniele
icon1  view post Posted on 27/6/2007, 11:25




ciao a tutti

Vi volevo ricordare questo importante compito che dobbiamo tutti
noi assolvere : ANDARE A FIRMARE PER REFERENDUM SULLA LEGGE ELETTORALE
nei vostri comuni di residenza.

i partiti fanno finta di niente, noi cittadini no

I REFERENDUM SULLA LEGGE ELETTORALE


1° Quesito

Module colore Verde

Premio di maggioranza alla lista più votata - Camera

2° Quesito

Modulo colore Bianco

Premio di maggioranza alla lista più votata – Senato

3° Quesito

Modulo colore Rosso

Abrogazione candidature multiple

Il 1° e il 2° quesito : premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento

Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti.

Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata.

Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.

In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.

Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.

In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento.

All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.

Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito

Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.

Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza.

Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile.

L’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.

Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica

Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio “A” favorisce l’elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione “B”; se sceglie il seggio “B” favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione “A”. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!

E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.

Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

FIRMATE LA SCADENZA E' IL 24 LUGLIO

Anche se purtroppo mancano due quesiti importanti:

1) riduzione numero parlamentari e Senato composto solo dai rappresentanti
delle Regioni (Presidenti delle Regioni) e rappresentanti associazioni più
importanti.

2) reintroduzione delle preferenze

 
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ceppino_theangel
view post Posted on 27/6/2007, 14:44




Ciao Grandaniele,
ho letto il tuo post e vorrei fare due riflessioni.

Prima riflessione. Tu scrivi che bisogna andare al referendum. Io ti dico invece che gli italiani sanno benissimo cosa devono fare. Non è vero che non c'è informazione anzi....magari è distorta ma l'informazione esiste. Gli italiani tuttavia sono demotivati. Non credono più alla macchina partitica. Le associazioni ed i circoli oggi sono i nuovi partiti però....non appena si inizia a parlare di POLTRONE (anche per delle circoscrizioni) tutte le migliori intenzioni svaniscono ed inizia la lottizzazione, la ricerca della poltrona.

Io credo che ancor prima della legge elettorale, gli italiani dovrebbero richiedere a gran voce, un codice ETICO ai partiti. Abbiamo le palle piene di vedere i politici a fare i buffoni in tv. Sorrisetti ammaliatori, battuta facile ....e problemi irrisolti. E' in parlamento che devono dimostrare il proprio valore.
Altro che referendum sulla legge elettorale!!! Cosa credi che possa cambiare? Nulla...perchè si aderisce al partito "grande" si fanno le mega coalizioni ci si presenta con un solo simbolo ...ed il gioco è fatto.

Il Presidente della Repubblica dovrebbe convocare i leader di partito e gridando a gran voce di FARLA FINITA. La gente muore di fame, non ha lavoro, gli ospedali non funzionano, la monnezza è più alta di un semaforo, i tumori sono in crescita, il lavoro nero è la regola, non esite mercato ma solo gli amici degli amici perchè loro soli lavorano.

Dunque è giusto che chi vuole votare promuova il referendum, però facciamo di meno i politici e guardiamo di più in casa nostra....perchè la situazione fa così schifo che se non cambiamo noi elettori....cambia poco anzi nulla.

Seconda riflessione. Io vorrei capire, se tutti si lamentano, chi ha votato Prodi. Me lo chiedo, me lo domando da mesi. Siamo così beoti che pensiamo che Berlusconi e Prodi siano diversi? Ed il nuovo quale sarebbe De Mita? Casini? Rutelli?Craxi?Di PIetro? MASTELLA?

Vogliamo parlare di politica facciamolo pure però...partiamo dalla gente, partiamo dalla base e non dal cielo, perchè i problemi sono a terra x i poveri mortali.

Cep :chetefacisse:
 
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grandaniele
view post Posted on 27/6/2007, 21:06




si è una cosa che approvo, parliamo alle persone, ma per cambiare il sistema non basta lamentarsi e parlar bisogna organizzarsi e entrare nell'arena politica.
Senza però cadere begli errori o nelle tentazioni ..solite !!
il referendum è una iniziativa popolare dove il popolo può ancora cercare di dire la sua !!
meglio poco che niente ..per ora
 
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ceppino_theangel
view post Posted on 27/6/2007, 21:15




Purtroppo anche il voto referendario ha un connotato politico. E' vero che chi non si rimbocca le maniche non giunge al risultato, ma è sbagliato il punto di partenza.

Guardiamo la Lega Nord. Anche se mi viene l'orticaria solo a parlarne il loro progetto politico è partito dal micro, cioè da piccoli problemi ed esigenze di micro contesti. La gente stufa del sistema politico e partitico ha espresso voto di protesta e li ha portati in parlamento.

Più l'Italia va male più il Nord vota Lega. In termini politici tuttavia hanno centrato nel segno. Hanno smontato il vecchio modello gerarchico ed hanno riportato l'elettore ed i suoi problemi al centro dell'attenzione.

Esiste una sperequazione di fondi verso il Mezzogiorno? Bene vota Lega.
Esiste un problema immigrazione? Bene vota Lega.

Aborro questo marketing politico ma......ideologicamente hanno fatto bingo.

Dunque il referendum può anche essere significativo ma chi non vota non significa che non contribuisce allo sviluppo sociale. E' un modo di esprimere il proprio dissenso ed un modo per dire "cosa altro si sta spartendo dopo Ministeri. Regioni, Province, Comuni e Circoscrizioni?".

Il meglio poco che niente lo lascerei fuori. Io direi invece che le associazioni possono fare tanto. Che occorre un codice etico per cui se non fai politica sul serio vai a casa, che ministri, sottosegretari, sindaci e assessori dovrebbero vivere una notte alla stazione per capire cosa è una città sul serio e che appare necessario dare una seria politica economica al nostro Paese, sempre meno competitivo e sempre più auto-celebrativo.

Cep
 
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grandaniele
view post Posted on 29/6/2007, 00:49




approvo il senso di frustazione di molti cittadini italiani. Ma ribadisco che è necessario "fare politica" per poterla cambiare. Penso ad esempio ai Giovani che sono penalizzati sia dai politici che dai sindacati. Perchè non si organizzano e creano un movimento politico autonomo, come pensionati, casalinghe, consumatori?.
E' nata la Lega !!
Perchè non nasce una LEGA GIOVANE !!

ciao
 
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ceppino_theangel
view post Posted on 3/7/2007, 15:00




Fare politica è un conto....entrare nella macchina partitica è altro. Le associazioni oggi hanno la possibilità di rilanciare la politica a patto che....al primo profumo di poltrona....non diventino schiavi di partito.

Per esperienza diretta so.....che lo statuto associativo è molto diverso dalle finalità. Penso ad esempio al movimento dei pensionati (che è un partito che fa alleanze partitiche e che marginalmente esprime idee politiche o anche ai consumatori oramai lobby partitica).

Grandaniele....di politica e partitica ho una certa esperienza.....e ti dirò...sono molto lontani dai bisogni reali della gente.

Cep
 
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grandaniele
view post Posted on 3/7/2007, 23:41




beh anch'io ho qualche esperienza politica è condivido il tuo discorso di non creare un movimento o associzionismo che si faccia inglobare dai partiti tradizionali.
Questo è fattibile se i suoi ideatori sono decisi e univoci negli obiettivi da portare avanti. Non è scontato ma qualcosa bisogna attivare per sperare di cambiare qualcosa.
 
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6 replies since 27/6/2007, 11:25   135 views
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